IL Futuro della tua Salute Inizia Oggi
Denti fissi dall’aspetto naturale
con impianti dentali svizzeri
IL Futuro della tua Salute Inizia Oggi
Denti fissi dall’aspetto naturale
con impianti dentali svizzeri
Stabilità primaria senza precedenti
anche in situazioni complesse
Grande affidabilità per un successo a lungo termine.
Prima visita senza impegno
Chirurgia
- Innesto autologo (dalla mandibola)
- Innesto eterologo (bio materiale)
- Innesto con la griglia
- Grande rialzo
- Mini rialzo
- Split Crest
- Curettage a cielo aperto
- Esportazione bonifica totale
- Inserimento Impianti
- Riabilitazione arcata completa
- Carico immediato
- Gengivaplastica
- Estrazione del ottavo incluso totale
- Estrazione del ottavo incluso parziale
- Allungamento corona clinica
Riabilitazione Arcata Inferiore
Impianti dentali o denti naturali?
L’impianto dentale sostituisce denti mancanti e non denti malati. Si ricorre all’opzione degli impianti nei casi in cui degli elementi dentali siano mancanti in arcata per pregresse estrazioni, avulsioni traumatiche, agenesie, fratture, etc. E’ importante informare i pazienti che i denti profondamente cariati, in pulpite, necrotici, precedentemente devitalizzati, con danni parodontali anche gravi, possono essere assolutamente curati e salvati anche nei casi che sembrano più gravi.
È una prerogativa fondamentale della nostra clinica, attuare le più avanzate terapie attraverso le migliori strumentazioni a disposizione per salvare i denti naturali, invece che procedere in maniera indiscriminata all’estrazione per sostituire il dente con un impianto.
Il Passaporto Implantare
Il rigetto dell’impianto
Estetica in Implantologia
Le attuali indicazioni della letteratura, parlano di un successo implantare a 10 anni del 98%. Tuttavia, gli impianti hanno un fisiologico riassorbimento dell’osso periimplantare di 1mm nel primo anno, seguito da 0.5mm negli anni successivi. E’ fondamentale sottoporsi a periodici controlli trimestrali per poter eseguire le adeguate manovre di igiene professionale. Placca e tartaro colpiscono gli impianti in ugual misura rispetto ai denti, causando mucositi e periimplantiti che portano alla perdita degli stessi.
Grazie agli impianti sottili in lega Roxolid ® (prerogativa della Straumann) ed agli impianti corti di soli 4mm è possibile a volte, in condizioni di scarsa quantità ossea, evitare interventi di rigenerazione ossea. In ogni caso grazie alle moderne tecniche di rigenerazione ossea guidata (GBR), oggi siamo in grado di posizionare impianti anche nelle situazioni di più grave atrofia ossea e di trauma meccanico.
Gli impianti corti ad esempio sono indicati all’arcata inferiore quando abbiamo poco osso rispetto alla posizione del nervo alveolare inferiore.
Ogni caso viene studiato singolarmente, pianificando ove necessario delle manovre rigenerative che consentano di ripristinare i corretti volumi ossei adeguati al posizionamento dell’impianto.
Presupposti anatomici
Servendosi degli attuali mezzi diagnostici di cui disponiamo (TAC, DENTASCAN, CONE BEAM) è possibile valutare con sufficiente precisione, altezza, larghezza, lunghezza e forma dell’osso nonché i prevedibili rapporti tra impianti e sovrastruttura protesica. In particolare si deve prestare attenzione a due strutture anatomiche: si tratta cioè del canale mandibolare che contiene il nervo alveolare inferiore e del seno mascellare cavità pneumatica del mascellare superiore. Mentre l’offesa del nervo alveolare inferiore comporta una paralisi e anestesia dell’emilabbro corrispondente, la perforazione del pavimento del seno mascellare può causare sinusiti infettive e complicanze di tipo emorragico (emoseno).
Nervo alveolare inferiore
Quando la componente verticale di osso all’arcata inferiore è scarsa e siamo vicini al nervo alveolare inferiore oggi è possibile rigenerare l’osso perso con interventi complessi di rigenerazione, inserire impianti corti fino a 4 mm. Per ridurre il rischio di lesione al nervo alveolare è possibile preparare il sito implantare con frese soniche o tramite piezosurgery. Queste frese non ruotano ma vibrano limitando di molto i possibili danni al nervo alveolare inferiore.
Rialzo del seno mascellare
Nei casi in cui siano stati persi da molto tempo i denti superiori dei settori latero-posteriori (premolari e molari), prima di poter posizionare un impianto è necessario ricorrere a manovre di rigenerazione ossea definite rialzo del seno mascellare. Il seno mascellare è una cavità presente nel nostro massiccio facciale in corrispondenza dei denti superiori posteriori, che serve ad aiutare la respirazione oltre che ad alleggerire il cranio. In seguito alla perdita degli elementi dentari, tale cavità si espande a discapito dell’osso alveolare fino a situazioni in cui è assente una disponibilità ossea tale da permettere il posizionamento di un impianto. In tali situazioni è possibile ristabilire una sufficiente quantità di osso con manovre mini-invasive (mini rialzo) o più estese nei casi di grave atrofia (grande rialzo). In molti casi è possibile inserire gli impianti contestualmente all’intervento di rialzo del seno; nei casi in cui l’osso sia molto riassorbito è necessario attendere una guarigione di 9-12 mesi prima di procedere all’inserimento degli impianti.
Nei casi in cui siano stati persi da molto tempo i denti superiori dei settori latero-posteriori (premolari e molari), prima di poter posizionare un impianto è necessario ricorrere a manovre di rigenerazione ossea definite rialzo del seno mascellare. Il seno mascellare è una cavità presente nel nostro massiccio facciale in corrispondenza dei denti superiori posteriori, che serve ad aiutare la respirazione oltre che ad alleggerire il cranio. In seguito alla perdita degli elementi dentari, tale cavità si espande a discapito dell’osso alveolare fino a situazioni in cui è assente una disponibilità ossea tale da permettere il posizionamento di un impianto. In tali situazioni è possibile ristabilire una sufficiente quantità di osso con manovre mini-invasive (mini rialzo) o più estese nei casi di grave atrofia (grande rialzo). In molti casi è possibile inserire gli impianti contestualmente all’intervento di rialzo del seno; nei casi in cui l’osso sia molto riassorbito è necessario attendere una guarigione di 9-12 mesi prima di procedere all’inserimento degli impianti.
Pianificazione
Non esiste corretta implantologia senza un’adeguata pianificazione. Ogni paziente dev’essere esaminato clinicamente e radiologicamente con grande accuratezza in modo tale da poter prevedere quali e quanti impianti potranno essere inseriti.Il tutto correlato da un’approfondita discussione e valutazione delle esigenze del paziente.
Come si svolge l’intervento?
L’intervento si svolge in anestesia locale e dura circa 20-30 minuti, fatta eccezione nei casi in cui si ricorra a manovre rigenerative avanzate. In fase di guarigione si può manifestare un lieve dolore e una lieve tumefazione, risolvibili mediante l’assunzione degli antidolorifici di uso comune. L’intervento è preceduto e seguito dall’assunzione di farmaci, tra cui antibiotici e antiinfiammatori per evitare infezioni ed un eccessivo disagio postoperatorio. Nel caso di pazienti fobici si può ricorrere ad una sedazione cosciente, grazie alla presenza di un anestesista in studio. Dopo alcuni giorni avviene la rimozione dei punti. Per la guarigione e l’osteointegrazione di impianti standard si attendono solitamente 3-4 mesi a meno che non siano stati effettuate grandi manovre rigenerative (rialzo di seno mascellare, socket preservation, GBR) per le quali è necessario attendere fino a 6-9 mesi.
Tuttavia, oggi Straumann (azienda implantare leader a livello mondiale) mette a disposizione impianti con superfici SLActive capaci di accelerare i processi di osteointegrazione fino a 3 settimane per l’arcata inferiore e 6 settimane per l’arcata superiore. Successivamente alla guarigione si procede poi alla fase protesica. Dopo aver preso un impronta sulla parte superiore dell’impianto viene collocato un moncone (abutment) che può essere in titanio o zirconio. Ad esso è avvitata o cementata la corona dentale. L’abutment in zirconio è particolarmente indicato nei settori anteriori perché permette di ottenere un’estetica maggiore. Attualmente sono sempre più preferibili le corone avvitate rispetto a quelle cementate. Questo perché permettono di poter essere rimosse facilmente ed riducono il rischio di perimplantite dovuta a residui di cemento che rimangono incastrati sotto la gengiva attorno all’impianto.