Studio dentistico Gallarate

Esperienza e talento offrono sicurezza.

Grande affidabilità
per un successo
a lungo termine.

Implantologia e Chirurgia Avanzata

Stabilità primaria senza precedenti
anche in situazioni complesse

Chirurgia

  • Innesto autologo (dalla mandibola)
  • Innesto eterologo (bio materiale)
  • Innesto con la griglia
  • Grande rialzo
  • Mini rialzo
  • Split Crest
  • Curettage a cielo aperto
  • Esportazione bonifica totale
  • Inserimento Impianti
  • Riabilitazione arcata completa
  • Carico immediato
  • Gengivaplastica
  • Estrazione del ottavo incluso totale
  • Estrazione del ottavo incluso parziale
  • Allungamento corona clinica

Riabilitazione Arcata Inferiore

Impianti dentali o denti naturali?

L’impianto dentale sostituisce denti mancanti e non denti malati.
Si ricorre all’opzione degli impianti nei casi in cui degli elementi dentali siano mancanti in arcata per pregresse estrazioni, avulsioni traumatiche, agenesie, fratture, etc. E’ importante informare i pazienti che i denti profondamente cariati, in pulpite, necrotici, precedentemente devitalizzati, con danni parodontali anche gravi, possono essere assolutamente curati e salvati anche nei casi che sembrano più gravi.

È una prerogativa fondamentale della nostra clinica, attuare le più avanzate terapie attraverso le migliori strumentazioni a disposizione per salvare i denti naturali, invece che procedere in maniera indiscriminata all’estrazione per sostituire il dente con un impianto.

Il Passaporto Implantare

Straumann, Nobel Biocare e TRI Dental forniscono ad ogni paziente una certificazione di originalità dei propri impianti e delle proprie componentistiche protesiche, affinché il paziente possa ricevere assistenza in qualunque parte del mondo in caso di necessità. Il “Passaporto Implantare” è rilasciato a ogni paziente dopo l’intervento, indicando le componentistiche utilizzate al fine di consentirne l’identificazione in modo univoco.

Il rigetto dell’impianto

La reazione da corpo estraneo, detta anche “rigetto”, non può avvenire quando si usano impianti certificati, in cui le proteine sono assenti per definizione. Il Titanio, infatti, è un materiale bio-inerte e stabilisce con l’osso una connessione diretta che è alla base dell’osteointegrazione.

Estetica in Implantologia

Molto spesso ci capita di notare che i portatori di impianti dentali abbiano un antiestetico alone grigio scuro attorno alla gengiva, o che abbiano un aspetto gengivale innaturale e asimmetrico rispetto ai denti adiacenti, magari con ampi spazi neri tra dente ed impianto. Questo problema, ricorrente in implantologia, è dovuto a un posizionamento sbagliato dell’impianto o ad una insufficiente pianificazione dell’intervento. Prima di un intervento vanno considerate sia le esigenze estetiche che funzionali di ogni singolo paziente, attraverso un’attenta analisi facciale e dei tessuti orali. Un corretto posizionamento implantare è infatti frutto di una minuziosa pianificazione tra chirurgo e protesista, di una attenta gestione dei tessuti duri (osso) e molli (gengive), di una gestione delle mucose attraverso la fondamentale fase dei provvisori. Tutto questo viene eseguito di routine presso il nostro studio, attraverso la scelta delle più efficaci componentistiche implanto-protesiche, e attraverso manovre rigenerative ossee e ad una corretta gestione dei tessuti molli. È inoltre possibile in molti casi migliorare l’estetica di pazienti che arrivano con pregressi problemi estetici ed implanto-protesici spesso semplicemente rifacendo la corona preceduta da un adeguato provvisorio per il condizionamento dei tessuti molli attorno all’impianto. Infatti semplicemente modificando il profilo di emergenza di un provvisorio si può in alcuni casi ricreare una papilla mancante eliminando quel caratteristico buco nero tra due denti o alzare il livello della gengiva.

Le attuali indicazioni della letteratura, parlano di un successo implantare a 10 anni del 98%. Tuttavia, gli impianti hanno un fisiologico riassorbimento dell’osso periimplantare di 1mm nel primo anno, seguito da 0.5mm negli anni successivi. E’ fondamentale sottoporsi a periodici controlli trimestrali per poter eseguire le adeguate manovre di igiene professionale. Placca e tartaro colpiscono gli impianti in ugual misura rispetto ai denti, causando mucositi e periimplantiti che portano alla perdita degli stessi.

Grazie agli impianti sottili in lega Roxolid ® (prerogativa della Straumann) ed agli impianti corti di soli 4mm è possibile a volte, in condizioni di scarsa quantità ossea, evitare interventi di rigenerazione ossea. In ogni caso grazie alle moderne tecniche di rigenerazione ossea guidata (GBR), oggi siamo in grado di posizionare impianti anche nelle situazioni di più grave atrofia ossea e di trauma meccanico.

Gli impianti corti ad esempio sono indicati all’arcata inferiore quando abbiamo poco osso rispetto alla posizione del nervo alveolare inferiore.

Ogni caso viene studiato singolarmente, pianificando ove necessario delle manovre rigenerative che consentano di ripristinare i corretti volumi ossei adeguati al posizionamento dell’impianto.

Presupposti anatomici

Servendosi degli attuali mezzi diagnostici di cui disponiamo (TAC, DENTASCAN, CONE BEAM) è possibile valutare con sufficiente precisione, altezza, larghezza, lunghezza e forma dell’osso nonché i prevedibili rapporti tra impianti e sovrastruttura protesica. In particolare si deve prestare attenzione a due strutture anatomiche: si tratta cioè del canale mandibolare che contiene il nervo alveolare inferiore e del seno mascellare cavità pneumatica del mascellare superiore. Mentre l’offesa del nervo alveolare inferiore comporta una paralisi e anestesia dell’emilabbro corrispondente, la perforazione del pavimento del seno mascellare può causare sinusiti infettive e complicanze di tipo emorragico (emoseno).

Nervo alveolare inferiore

Quando la componente verticale di osso all’arcata inferiore è scarsa e siamo vicini al nervo alveolare inferiore oggi è possibile rigenerare l’osso perso con interventi complessi di rigenerazione, inserire impianti corti fino a 4 mm.
Per ridurre il rischio di lesione al nervo alveolare è possibile preparare il sito implantare con frese soniche o tramite piezosurgery. Queste frese non ruotano ma vibrano limitando di molto i possibili danni al nervo alveolare inferiore.

Rialzo del seno mascellare

Nei casi in cui siano stati persi da molto tempo i denti superiori dei settori latero-posteriori (premolari e molari), prima di poter posizionare un impianto è necessario ricorrere a manovre di rigenerazione ossea definite rialzo del seno mascellare. Il seno mascellare è una cavità presente nel nostro massiccio facciale in corrispondenza dei denti superiori posteriori, che serve ad aiutare la respirazione oltre che ad alleggerire il cranio. In seguito alla perdita degli elementi dentari, tale cavità si espande a discapito dell’osso alveolare fino a situazioni in cui è assente una disponibilità ossea tale da permettere il posizionamento di un impianto. In tali situazioni è possibile ristabilire una sufficiente quantità di osso con manovre mini-invasive (mini rialzo) o più estese nei casi di grave atrofia (grande rialzo). In molti casi è possibile inserire gli impianti contestualmente all’intervento di rialzo del seno; nei casi in cui l’osso sia molto riassorbito è necessario attendere una guarigione di 9-12 mesi prima di procedere all’inserimento degli impianti.

Nei casi in cui siano stati persi da molto tempo i denti superiori dei settori latero-posteriori (premolari e molari), prima di poter posizionare un impianto è necessario ricorrere a manovre di rigenerazione ossea definite rialzo del seno mascellare. Il seno mascellare è una cavità presente nel nostro massiccio facciale in corrispondenza dei denti superiori posteriori, che serve ad aiutare la respirazione oltre che ad alleggerire il cranio. In seguito alla perdita degli elementi dentari, tale cavità si espande a discapito dell’osso alveolare fino a situazioni in cui è assente una disponibilità ossea tale da permettere il posizionamento di un impianto. In tali situazioni è possibile ristabilire una sufficiente quantità di osso con manovre mini-invasive (mini rialzo) o più estese nei casi di grave atrofia (grande rialzo). In molti casi è possibile inserire gli impianti contestualmente all’intervento di rialzo del seno; nei casi in cui l’osso sia molto riassorbito è necessario attendere una guarigione di 9-12 mesi prima di procedere all’inserimento degli impianti.

Pianificazione

Non esiste corretta implantologia senza un’adeguata pianificazione. Ogni paziente dev’essere esaminato clinicamente e radiologicamente con grande accuratezza in modo tale da poter prevedere quali e quanti impianti potranno essere inseriti.Il tutto correlato da un’approfondita discussione e valutazione delle esigenze del paziente.

Come si svolge l’intervento?

L’intervento si svolge in anestesia locale e dura circa 20-30 minuti, fatta eccezione nei casi in cui si ricorra a manovre rigenerative avanzate. In fase di guarigione si può manifestare un lieve dolore e una lieve tumefazione, risolvibili mediante l’assunzione degli antidolorifici di uso comune. L’intervento è preceduto e seguito dall’assunzione di farmaci, tra cui antibiotici e antiinfiammatori per evitare infezioni ed un eccessivo disagio postoperatorio. Nel caso di pazienti fobici si può ricorrere ad una sedazione cosciente, grazie alla presenza di un anestesista in studio. Dopo alcuni giorni avviene la rimozione dei punti. 
Per la guarigione e l’osteointegrazione di impianti standard si attendono solitamente 3-4 mesi a meno che non siano stati effettuate grandi manovre rigenerative (rialzo di seno mascellare, socket preservation, GBR) per le quali è necessario attendere fino a 6-9 mesi.

Tuttavia, oggi Straumann (azienda implantare leader a livello mondiale) mette a disposizione impianti con superfici SLActive capaci di accelerare i processi di osteointegrazione fino a 3 settimane per l’arcata inferiore e 6 settimane per l’arcata superiore. Successivamente alla guarigione si procede poi alla fase protesica. Dopo aver preso un impronta sulla parte superiore dell’impianto viene collocato un moncone (abutment) che può essere in titanio o zirconio. Ad esso è avvitata o cementata la corona dentale. L’abutment in zirconio è particolarmente indicato nei settori anteriori perché permette di ottenere un’estetica maggiore.
Attualmente sono sempre più preferibili le corone avvitate rispetto a quelle cementate. Questo perché permettono di poter essere rimosse facilmente ed riducono il rischio di perimplantite dovuta a residui di cemento che rimangono incastrati sotto la gengiva attorno all’impianto.

QUALITà

ESPERIENZA

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